Alla base del discorso criminologico c’è la teoria della prevenzione generale. Questa teoria postula che il crimine, per essere combattuto efficacemente, deve essere sanzionato con condanne adeguate (la pena è severa). Inoltre ad ogni infrazione dovrebbe corrispondere una sanzione (la pena è certa). Certezza e Severità della pena contribuiscono a far apparire l’inconveniente di una sanzione superiore ai vantaggi derivanti dall’infrazione. In sintesi, più la sanzione prevista dalla legge è severa e certa, più i cittadini si asterranno dal commettere reati.
In questo contesto già Cesare Beccaria, ma prima di lui Montesquieu e addirittura Aristotele, postulavano che se la severità non era accompagnata dalla certezza, o viceversa, la dissuasione veniva a mancare.
Questo postulato, fondato sul razionalismo umano, ha inspirato i legislatori del XVIII e XIX secolo. Nel XX secolo si è aggiunto un ulteriore concetto, quello della celerità della pena. Con la celerità si intendeva, e si intende tutt’oggi, che la sanzione per avere lo scopo educativo auspicato dai codici deve essere applicata nel minor tempo possibile. La relazione causa-effetto deve essere rapida.
Quarant’anni fa il consumo di stupefacenti, resi illegali all’inizio del secolo scorso, diventa di massa e agisce da moltiplicatore nel campo delle attività criminali; le rapine decuplicano in meno di 10 anni. I furti esplodono. Il motore s’inceppa. Attualmente circa il 60% dei detenuti che intasano i penitenziari europei sono in galera per infrazioni legate agli stupefacenti. L’alta percentuale delle detenzioni “per droga” indica che una parte non indifferente delle risorse repressive è consacrata agli stupefacenti e ai crimini da essi indotti. Riassumendo: Abbiamo gli apparati giudiziari intasati come un cesso pubblico , sottraiamo importanti risorse destinate alla sicurezza dei cittadini e il risultato è sotto gli occhi di tutti: la droga è come il porno: sempre di più per sempre di meno.
Eppure è proibito, come è proibito lavorare senza permessi, anche se l’economia sommersa vale miliardi.
XXI secolo. Il principio della prevenzione generale è sempre valido, ma il legislatore ne fa astrazione tendendo a promettere condanne che lo Stato difficilmente è in misura di emettere. Il delinquente valuta costi a benefici di un’operazione, esattamente come fa un banchiere; il legislatore, elaborando le proprie strategie di contrasto o di contenimento, dovrebbe tenerne conto per elaborare leggi che facciano giustizia. Invece, secondo le ricerche sul tema, è chiaro ed assodato che in Svizzera il tasso di risoluzione dei reati si situa attorno al 10%. Un delitto sanzionato ogni 10. Se ne deduce che ci sono troppe cattive proibizioni; cattive anche perchè non ci sono le risorse per applicarle.
Si passa così dalla “tolleranza zero” alla “credibilità zero”.
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