Intervistare una singola persona, o un campione ristretto di soggetti, è un lavoro detto di tipo “qualitativo”. Tale lavoro permette di riportare riflessioni, opinioni ed esperienze spesso uniche, per capire la situazione specifica di chi è stato intervistato.
I risultati di un lavoro simile non sono tuttavia generalizzabili a popolazioni più larghe, per non rischiare di far di tutta l’erba un fascio. La consapevolezza dei limiti di uno studio qualitativo diventa ancora più importante quando si parla di criminalità, di devianza giovanile o di spaccio di droga. Il rischio è infatti quello di cadere in allarmismi eccessivi e stereotipi poco costruttivi, riguardo ai nostri giovani, agli stranieri o quant’altro.
Ciò che può colmare le lacune di uno studio qualitativo è un metodo detto “quantitativo”, che studia un fenomeno mettendone in evidenza le caratteristiche salienti. In campo criminologico per esempio, esistono i questionari di delinquenza autorivelata (International Self-Report Delinquency Study). Tali questionari, spesso applicati ad intere classi di ragazzi di scuola media o superiore, raccolgono i dati relativi a diverse forme di devianza, permettendo di far emergere una parte della “cifra nera” del fenomeno (vedi glossario), non visibile con altri strumenti, quali le statistiche di polizia o dei tribunali.
Un secondo vantaggio sta nella messa in luce di informazioni “secondarie” ma altrettanto importanti per capire il fenomeno nella sua globalità. Tra queste, ricordiamo la vittimizzazione dei ragazzi, le caratteristiche biografiche di autori e vittime, o la relazione esistente tra l’essere autore e l’essere vittima di reati giovanili.
Infine, se questi questionari sono applicati ad un campione rappresentativo della popolazione, i loro risultati avranno maggior validità e potranno servire per degli studi longitudinali (se riprodotti regolarmente), in modo da rendere possibile lo studio dell’evoluzione del fenomeno nel corso degli anni.
In Ticino, uno studio del genere sarebbe particolarmente utile per problematiche sociali come la devianza giovanile, l’hooliganismo negli stadi o lo spaccio di droga tra i giovani. Con uno studio del genere, si conoscerebbe meglio il fenomeno, e si sarebbe in grado di proporre delle strategie di prevenzione adeguate.
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