Interessante la tavola rotonda che si è tenuta a Giubiasco lunedì scorso. Il tema – disagio giovanile nel bellinzonese: realtà o falso problema? – ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni. Fra gli interventi ne abbiamo ritenuto uno in particolare: “I ragazzi che seguo provengono tutti da una frangia economicamente disagiata”, ha detto Alex Rodriguez, uno dei rarissimi operatori di strada che lavorano in Ticino. Rodriguez ci dice che il disagio con cui lui si confronta tutti i giorni ha almeno un denominatore comune: la povertà. Povertà, o disagio economico che dir si voglia, che anche nel nostro cantone sta dilagando.
Circa 5000 le persone in assistenza e quasi 20000 quelli che non pagano la cassa malati. Ma chi sono i morosi? Ce lo dice uno studio commissionato dall’ordine dei medici: il moroso ha una situazione lavorativa precaria, è fortemente indebitato e, manco a farlo apposta, è giovane.
La povertà è motore di disagio e devianza, ma anche di criminalità. Oggi come ieri questo accade soprattutto quando la mancanza di mezzi economici non permette all’individuo di mantenere un minimo di dignità. Tolta la dignità – oggi la si estirpa a suon di precetti esecutivi e certificati di carenza beni – si mette l’individuo nella situazione di non aver più nulla da perdere. Se l’individuo è vecchio forse si rassegna, se è giovane magari si ribella.
Oggi in Ticino c’è una percentuale alta e crescente della popolazione che non ha – o pensa di non avere – nulla da perdere. Questo genera disagio che a sua volta crea devianza, ma anche criminalità. Pensare di difendersi da questo con la polizia, i vigilantes o le galere è illusorio, se non si agisce contro la povertà.