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papponi: avanti tutta! di Michel Venturelli

Come molti di noi sanno il mondo della prostituzione è una polveriera criminogena ad alto rischio. Tra le varie pieghe che il fenomeno presenta c’è posto per un sacco di attività più o meno lecite; la più temuta è la figura dello sfruttatore. Attività descritta in un articolo del CdT di oggi. Gente che incutendo terrore riesce a farsi consegnare dalle donne che lavorano nel ramo del sesso a pagamento parte degli incassi.
Alcuni di loro portano le donne direttamente dal paese di provenienza e le piazzano in un bordello. Non è necessario che il proprietario del postribolo sia al corrente di quanto sta accadendo nel suo locale, e l’infame non ha neppure bisogno di presentarsi regolarmente per controllare la sua vittima. Questo per due motivi: innanzitutto la vittima non si sognerebbe mai di sgarrare visto che il suo aguzzino sa dove risiede la sua famiglia e la paura di ritorsioni in caso di sgarro è grande. Spesso inoltre questa gente colloca più di una donna nello stesso locale e fra queste c’è una kapò che controlla le altre per conto del capo.
Se il pappone non vuole o non può portarsi la materia prima da casa, la reperisce direttamente nei bordelli di destinazione e, utilizzando diversi modi, “convince” la donna a lavorare per lui. Questo modus operandi è però più pericoloso. E’ infatti recentemente capitato anche in Ticino che una banda di delinquenti ha cercato di mettere nella propria rete di vittime una donna che già apparteneva ad un’altra organizzazione.
Gli sfruttatori sono prevalentemente originari degli stessi Paesi da cui provengono le donne. Il fenomeno in Ticino è sempre stato presente ma mai nelle proporzioni che vediamo da quando la Romania è entrata a far parte della comunità europea. Qualche anno fa, quando il mercato della prostituzione era popolato soprattutto da sud americane il fenomeno era molto meno sviluppato. Il paradosso sta nel fatto che le rumene, che possono lavorare legalmente nei bordelli svizzeri, sono spesso vittime di sfruttatori (e così ci portano il crimine organizzato in casa), mentre le sud americane che non possono lavorare legalmente lo sono molto meno.

Per le autorità è molto difficile bloccare l’attività degli sfruttatori, e questo per diversi motivi:
– prima di tutto bisognerebbe provarlo, e siccome il “mondo vittima-aguzzino” è ermetico, ben difficilmente la vittima parlerebbe con le autorità, soprattutto per paura di ritorsioni contro la sua famiglia.
– l’attuale legge sulla prostituzione non permette agli attuali gestori di bordelli (prevalentemente illegali) di avere dei rapporti costruttivi con le autorità. Di conseguenza, se non c’è fiducia da entrambe la parti, è difficile che ci sia collaborazione. E qui, senza la collaborazione di tutti, si fa il gioco degli aguzzini.

Cosa fare? Sperare che la nuova legge sulla prostituzione permetta di creare dei rapporti di collaborazione fra chi controlla questo mondo e chi mette a disposizione le infrastrutture necessarie ad esercitare l’attività di prostituta. Se questo accadesse sarebbe un primo passo.

Dal punto di vista della criminologia è ovvio che il mercato deve essere costantemente tenuto sott’occhio onde individuare molto in fretta anche i più piccoli indicatori che ne indicano (scusate il bisticcio) orientamenti ed equilibri prossimi e a venire. Questo per cercare di intervenire prima che eventuali nuovi equilibri diventino degli autentici squilibri, come è accaduto con l’entrata della Romania nello spazio di Schengen.

3 Responses to papponi: avanti tutta! di Michel Venturelli

  1. In questo caso siamo in un contesto di criminalità diffusa (vedi glossario) ed è altamente improbabile che l’autorità repressiva, con i mezzi di cui dispone, possa mettere in atto delle misure di contrasto efficaci a lungo termine. Per questo motivo è imperativo cercare la collaborazione di chi lavora attivamente nel campo della prostituzione per cercare di ottenere gli indicatori utili a capire verso quali equilibri si muove il mercato. Solo intercettandone la direzione è possibile cercare di influenzarlo per provare a ridurne il danno. E’ evidente che per poter collaborare con i bordelli bisogna avere una situazione stabile dal punto di vista legale, e oggi in Ticino non è per nulla il caso.

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