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credibilità zero! di Michel Venturelli

Alla base del discorso criminologico c’è la teoria della prevenzione generale. Questa teoria postula che il crimine, per essere combattuto efficacemente, deve essere sanzionato con condanne adeguate (la pena è severa). Inoltre ad ogni infrazione dovrebbe corrispondere una sanzione (la pena è certa). Certezza e Severità della pena contribuiscono a far apparire l’inconveniente di una sanzione superiore ai vantaggi derivanti dall’infrazione. In sintesi, più la sanzione prevista dalla legge è severa e certa, più i cittadini si asterranno dal commettere reati.

In questo contesto già Cesare Beccaria, ma prima di lui Montesquieu e addirittura Aristotele, postulavano che se la severità non era accompagnata dalla certezza, o viceversa, la dissuasione veniva a mancare.

Questo postulato, fondato sul razionalismo umano, ha inspirato i legislatori del XVIII e XIX secolo. Nel XX secolo si è aggiunto un ulteriore concetto, quello della celerità  della pena. Con la celerità si intendeva, e si intende tutt’oggi, che la sanzione per avere lo scopo educativo auspicato dai codici deve essere applicata nel minor tempo possibile. La relazione causa-effetto deve essere rapida.

Quarant’anni fa il consumo di stupefacenti, resi illegali all’inizio del secolo scorso, diventa di massa e agisce da moltiplicatore nel campo delle attività criminali; le rapine decuplicano in meno di 10 anni. I furti esplodono. Il motore s’inceppa. Attualmente circa il 60% dei detenuti che intasano i penitenziari europei sono in galera per infrazioni legate agli stupefacenti. L’alta percentuale delle detenzioni “per droga” indica che una parte non indifferente delle risorse repressive è consacrata agli stupefacenti e ai crimini da essi indotti. Riassumendo: Abbiamo gli apparati giudiziari intasati come un cesso pubblico , sottraiamo importanti risorse destinate alla sicurezza dei cittadini e il risultato è sotto gli occhi di tutti: la droga è come il porno: sempre di più per sempre di meno.

Eppure è proibito, come è proibito lavorare senza permessi, anche se l’economia sommersa vale miliardi.

XXI secolo. Il principio della prevenzione generale è sempre valido, ma il legislatore ne fa astrazione tendendo a promettere condanne che lo Stato difficilmente è in misura di emettere. Il delinquente valuta costi a benefici di un’operazione,  esattamente come fa un banchiere; il legislatore, elaborando le proprie strategie di contrasto o di contenimento,  dovrebbe tenerne conto per elaborare leggi che facciano giustizia. Invece, secondo le ricerche sul tema, è chiaro ed assodato che in Svizzera il tasso di risoluzione dei reati si situa attorno al 10%. Un delitto sanzionato ogni 10.  Se ne deduce che ci sono troppe cattive proibizioni; cattive anche perchè non ci sono le risorse per applicarle.

Si passa così dalla “tolleranza zero” alla “credibilità zero”.

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