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L’uomo nero siamo noi, di Michel Venturelli

Fino a pochi anni fa i media non ne parlavano proprio. La paura d’innescare il “fenomeno dell’emulazione” era troppo grande. Oggi invece si fanno delle campagne preventive su larga scala.  E se a suicidarsi – perché é di suicidio che stiamo parlando – è qualcuno di famoso, giornali e tv non esitano più a dichiarare le cause della morte. Anzi! Lo abbiamo visto recentemente, ne parlano come di una cosa… naturale.

Il suicidio non sembra più essere tabù, e ci si chiede come abbia fatto ad esserlo per tutti questi anni visto che nel nostro Paese è una delle principali cause di morte; principale in special modo fra chi ha meno di 45 anni. In questa classe di età il numero dei morti per suicidio è secondo solo a quello dei deceduti per tumore, e di almeno tre volte superiore ai morti della strada.

Se consideriamo i soli dati ticinesi del 2010 (che sono simili a quelli degli altri anni) ci accorgiamo che chi è morto di morte violenta, in 96 casi su 100, è stato il suo stesso carnefice.

Più che degli altri dovremmo avere paura di noi stessi.

One Response to L’uomo nero siamo noi, di Michel Venturelli

  1. Laura Pedevilla says:

    Senza dimenticare che la fascia d’età dove il tasso di suicidi è più elevato è quella che si trova tra i 15 e i 24 anni. Quindi parliamo di minorenni e giovani adulti che spesso sono ancora in formazione e che dovrebbero avere un futuro pieno di progetti ed entusiasmo.
    Da non sottovalutare è anche il fenomeno dei suicidi dopo i 75 anni.

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