Il sistema giudiziario è come un imbuto. Gli addetti ai lavori sanno, o dovrebbero sapere, che più ci sono arresti, più la magistratura è chiamata ad operare e più la galera si riempie. La cosa pare logica, però…
Poco pratico d’imbuti e di altri dettagli il ministro Gobbi vuole più sicurezza e la vuole nell’unico modo che conosce; non perde quindi occasione per dire e ribadire che per assolvere al suo mandato ha bisogno di più poliziotti (25, 50,100, 200 poco importa, basta che siano di più!). Pare quindi singolare che proprio lui approfitti dell’inaugurazione dell’anno giudiziario per chiedere al ministero pubblico di risparmiare. Montesquieu a parte, Gobbi si deve essere perso il passaggio in cui il Procuratore Generale ha presentato i conti con un saldo di 21000 ore supplementari per il 2013.
Vien da pensare (almeno a me) che l’incoerenza e gli eccessi di semplicismo a cui ci ha abituati il ministro leghista evidenzino una qual certa incapacità di elaborare una strategia che tenga realisticamente conto dei problemi in campo e dei mezzi a disposizione per affrontarli.
Gli accordi di Schengen – in particolare quelli sulla libera circolazione delle persone – è innegabile, e la scarsità di risorse del sistema giudiziario, hanno notevolmente peggiorato il sentimento d’insicurezza della popolazione. La politica di sicurezza in vigore, non solo costa un capitale, ma neppure rassicura Pantalone. E di questo bisogna tener conto quando si scelgono le strategie di contrasto alla criminalità. Strategie che per essere efficaci e andare oltre le dichiarazioni d’intenti devono essere economicamente sostenibili.
La strategia repressiva procura ottimi frutti. Il problema è che costa (solo il cantone spende annualmente oltre 200milioni ai quali si devono aggiungere i costi delle polizie comunali) e a causa della crisi economica i mezzi non ci sono. Sarebbe quindi giudizioso ed opportuno, prima di mettere in atto qualsiasi cosa, capire cosa possiamo permetterci di investire in termini di risorse per ottenere il miglior risultato possibile; il che a volte significa “il minor danno possibile”. Per questo motivo l’osservatorio di criminologia – chiesto in tre atti parlamentari da tre partiti diversi in tempi differenti – sarebbe un passo utile per contabilizzare e ottimizzare le risorse disponibili, che non son poche se usate intelligentemente. Norman Gobbi invece, dopo attenta riflessione, sostiene che la situazione sul fronte della criminalità è sotto controllo.
Speriamo che abbia pensato più di quando ha detto e fatto finora.
Speriamolo davvero, perché le statistiche dei successi e degli insuccessi dell’ex delfino leghista diventato ministro non promettono nulla di buono.
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