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Il costo della repressione, di Michel Venturelli

L’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale (estremamente garantista) ha messo in difficoltà le polizie di tutto il Paese e i rappresentanti di queste ultime calcolano che per essere al “passo coi tempi” mancano – a dipendenza della fonte – tra i 1500 e i 15000 effettivi. Alla Cantonale attualmente mancherebbero a bilancio – solo per mantenere il servizio assicurato alla popolazione prima dell’entrata in vigore del nuovo cpp – oltre 6 milioni di franchi.

Le risorse non crescono e le necessità aumentano. Il dato più significativo è che in Ticino, tra il 2010 e il 2012, il numero di furti con scasso è aumentato del 26%; qui si registrano 490 scassi su 100000 abitanti quando la media Svizzera è di 430.

Il DiparImento delle Istituzioni, per far fronte “alle sfide odierne e future” ha studiato 3 scenari che contemplano un incremento di effettivi che va da un minimo di 100 uomini («Non basterebbe neanche a far fronte all’attuale mole di lavoro» Gobbi, la Regione 1.7.13) a un massimo di 200, il che a spanne rappresenta un investimento di circa 26mio di franchi (ogni poliziotto costa al cantone circa 130000 franchi all’anno).

Siccome è inutile arrestare se non si è in grado di giudicare e condannare, va considerato che se avessimo le risorse per potenziare la polizia, dovremmo imperativamente potenziare la procura pubblica (il cui personale, stando a quanto detto dal Procuratore Generale, nel 2012 ha fatto 10000 ore di straordinari), i tribunali, le carceri, ecc.

Già oggi – polizie comunali escluse – l’apparato repressivo del cantone costa circa 200 milioni di franchi all’anno. Non facciamoci quindi illusioni: se potenziassimo tutta la catena penale tarandola su “200 poliziotti in più”, economicamente parlando, ci ritroveremmo peggio della New York del sindaco Giuliani, quando la sola polizia costava 4 volte l’intero sistema sanitario della città. 

 

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