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Droga e repressione, di Michel Venturelli

Lo scorso 29 ottobre la Regione ha pubblicato un’intervista a tutto campo al procuratore generale John Noseda. Particolarmente interessante è che Noseda è il primo procuratore generale del cantone ad ammettere pubblicamente che il fenomeno droga “sfugge, per definizione, al controllo della polizia e della magistratura”. Ma c’è di più: Noseda continua a ritenere che i fenomeni sociali – quali quello del consumo di stupefacenti – “non possano essere delegati alla repressione”.

La nostra civiltà a volte adotta scelte obsolete che alla luce dell’esperienza e delle scoperte dimostrano avere costi sporopositati per generare dei risultati peggio che mediocri. Se gli interessi in gioco sono grandi c’è chi non esita a cambiare le regole del gioco e a fare in modo che l’informazione non circoli se non in versione rivista e corretta (magari anche corrotta). La poca informazione attendibile non sempre è alla portata di tutti. Questo perché quando un problema scientifico è soprattutto un dogma politico è quasi illecito parlarne se non in termini omologati

Per questo motivo non possiamo che salutare positivamente il coraggio e l’onestà intellettuale di Noseda.

 

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